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Testimonianze

In questa pagina pubblichiamo soltanto alcuni dei migliaia di casi clinici che abbiamo gestito in 30 anni di lavoro e di studio. 

Grazia

07/08/2014
Quadro allarmante, con positività all’HPV 31 e grave ipotiroidismo.

“Ragazza” nata nel 1978, viene in prima visita il 7 agosto 2014 con un quadro allarmante, con positività all’HPV 31 e grave ipotiroidismo: nel mese di aprile, infatti, aveva avuto nausea, grande freddolosità, vertigini, stanchezza, svenimenti, fino al ricovero al pronto soccorso.

Effettuate le analisi, il TSH era a 10.40 (v.n. fino a 3.75).
Le propongono immediatamente una dieta senza glutine, lattosio e uova, che però non modifica sostanzialmente il quadro clinico.
Infatti, le nuove analisi del 25 luglio mostravano un TSH a 6.263. Inoltre, la tireoglobulina era a 118.62 (v.n. fino a 55).

Le propongono immediatamente l’ormone tiroideo, che però la paziente si rifiuta di prendere, decidendo di percorrere altre strade, affidandosi al metodo Broussais. Torna in visita nel mese di novembre 2014, affermando di sentirsi molto meglio e “di essere tornata a vivere”.

Il TSH del 1° ottobre era già sceso a 4.04.
Torna di nuovo in visita di controllo il 6 maggio 2015 con nuove analisi fatte il 22 aprile che mostrano non solo un TSH rientrato nella norma a 3.11, ma anche la tireoglobulina si era normalizzata a 47.86. Tra l’altro, la ragazza aveva voluto effettuare anche una nuova ecografia, visto che la precedente del 16 luglio 2014 mostrava “aree pseudo nodulari, parenchima diffusamente disomogeneo e irregolare, suggestivo per tiroidite”.
All’atto della nuova ecografia, effettuata il 6 marzo 2015, l’ecografista le chiede “cosa è venuta a fare”, visto che l’ecografia era perfetta.
Ovviamente, la cosa più importante era che questi miglioramenti dei dati clinici corrispondessero con un ritrovato Ben Essere.

RICEVUTA TRAMITE: Casi Clinici
PATOLOGIA: Tiroide

Giovanna

30/07/2014
Ipotiroidismo e tirodiite di Hashimoto: TSH a 7.20 (v.n. fino a 5.60), con anticorpi anti-TPO a 443 (v.n. fino a 9).

Ragazza nata nel 1999, viene in prima vista il 30 luglio 2014, con una diagnosi di ipotiroidismo.

Le analisi portate in visione erano quelle del 20 giugno 2014 con un TSH a 7.20 (v.n. fino a 5.60), con anticorpi anti-TPO a 443 (v.n. fino a 9).
Altre analisi, fatte il giorno precedente, mostravano un TSH a 5.70 (v.n. fino a 5.60), oltre che anticorpi anti-TPO a 351 (v.n. fino a 9).

La famiglia della ragazza era preoccupata soprattutto per la tiroidite, in quanto gli anticorpi così alti lasciavano prevedere un rapido peggioramento dei valori tiroidei. Come sempre, rassicuriamo la paziente e i suoi familiari, ribadendo un concetto che ci sta molto a cuore, e cioè che saremmo stati facilmente in grado di “schermare” la tiroide dagli attacchi degli anticorpi, guarendo l’ipotiroidismo, NONOSTANTE GLI ANTICORPI POTESSERO RESTARE ANCORA ALTI, il che sarebbe coinciso anche con un netto miglioramento dello stato di salute della ragazza.
Rivediamo la giovane paziente il 15 ottobre 2014, e le analisi fatte il 9 ottobre ci danno immediatamente ragione, visto che il TSH si era dimezzato (2.80), e anche gli anticorpi erano scesi da 351 a 202.

Infine, rivediamo la ragazza il 26 gennaio 2015, con analisi perfette (TSH a 2.17 per v.n. fino a 4.20).

RICEVUTA TRAMITE: Casi Clinici
PATOLOGIA: Tiroide

Francesca

29/11/2013
Diagnosi di Tiroidite di Hashimoto e nodulo follicolare classificato THY 3 all’esame citologico

Signora nata nel 1957, viene in prima visita il 29 novembre 2013 con la diagnosi di Tiroidite di Hashimoto e nodulo follicolare classificato THY 3 all’esame citologico (eseguito in data 12 luglio 2013).

Già in precedenza, nel 2007, aveva eseguito ago aspirato con diagnosi citologica THY 2.

Messa in cura con il Metodo Broussais, esegue nuovo esame citologico in data 22 gennaio 2014, con il seguente esito: “minuti tralci stromali, materiale ematico ed isolati tireociti normotipici sparsi. THY-1 secondo la British Thyroid Association”.

RICEVUTA TRAMITE: Casi Clinici
PATOLOGIA: Tiroide

Romina

06/04/2009

Ragazza di 37 anni, viene in prima visita il 6 aprile 2009.
Era reduce da un aborto spontaneo nel 2008, dopo il quale aveva preso una decina di chili.
Desiderando “resettare” la sua situazione, decide di fare il classico digiuno di 12-13 giorni, partendo da 67,200 kg.

Al terzo giorno lo sospende, dopo aver perso 2 chili in 2 giorni, dicendoci che lo avrebbe ripreso “più in là”.
Infatti, la rivediamo il 9 giugno 2009 con un peso di 66,400 kg, decisa a fare qualche giorno di dieta vegetale; la assecondiamo e, in tal modo, perde altri 3 chiletti nell’arco di una settimana circa, arrivando a pesare 63,300 kg il 18 giugno.

A quel punto le diamo i consigli su come andare avanti, e le “cuciamo” addosso la “sua” dieta metabolica, grazie alla quale perde altri 5 chili, arrivando a pesare 58,100 kg il 27 luglio 2009, pronta per andarsi a godere le meritate vacanze.
Questo caso è stato descritto nelle diete metaboliche, anche se rappresenta un caso un po’ anomalo, di una persona che ha sfruttato con maestria tutte le formule benessere del nostro centro medico, pur di raggiungere lo scopo di rimettersi in forma.

RICEVUTA TRAMITE: Casi Clinici
PATOLOGIA: Dieta Metabolica

Barbara

28/04/2008
Da 98 kg a 78 kg in 8 mesi senza farsi mancare nulla a tavola. Un caso di dimagrimento tramite dieta metabolica.

Questa prima testimonianza clicnica, è dedicata a tutte le tante persone che vengono nel nostro centro medico da molto lontano. Di solito si tratta di persone che non solo sono in sovrappeso, ma hanno anche problemi di tiroide. Il loro scopo, quindi, è duplice: rimettersi in forma e riabilitare la funzione tiroidea, eliminando piano piano l’ormone che assumono da anni.

La signora in questione, nata nel 1966, viene in prima visita il 28 aprile 2008, con una situazione “delicata” anche da un punto di vista emotivo.

Infatti, oltre a pesare 98,50 kg ed assumere ben 125 mcg di ormone tiroideo da ben 12 anni, era anche stata convinta a non mangiare alimenti con glutine, per una diagnosi di celiachia.
L’abbiamo convinta che era tutto sbagliato e, oltre ad aver cominciato a diminuire l’ormone tiroideo, Le abbiamo “cucito addosso” la dieta metabolica.

L’abbiamo rivista nel mese di dicembre 2008, con 20 chili di meno, ma soprattutto con la soddisfazione di sentirle dire di aver ripreso a mangiare pasta, pane e pizza e di sentirsi benissimo, a suo dire “mangiando con grande soddisfazione, senza farsi mancare nulla“.

RICEVUTA TRAMITE: Casi Clinici
PATOLOGIA: Dieta Metabolica

Alessandro

10/03/2006
Da 92 kg a 65 kg in 6 mesi. Caso di dimagrimento tramite Dieta Metabolica di un uomo di 26 anni.

Ragazzo nato nel 1980, viene in prima visita il 10 marzo 2006, con un peso di 92 kg.
Era in una situazione delicata anche dal punto di vista psico-emotivo, al punto che era costretto a prendere anche 2 farmaci, un ansiolitico e un forte antipsicotico. Ma, almeno dal punto di vista del peso, era molto deciso a rimettersi in ordine.

Infatti, 4 mesi dopo, il 13 luglio, pesava 70.300 kg.

L’abbiamo rivisto per l’ultimo controllo l’11 settembre 2006, con un peso di 65.600, il suo peso ideale.
In quell’occasione accompagnava anche una sua amica che voleva percorrere la stessa strada; la ragazza ci confessò di essere stata molto sorpresa, in quanto nei mesi precedenti non le era affatto sembrato che il suo amico fosse stato a dieta…
E, infatti, non era stato a dieta!

Ricordiamo volentieri questo caso non tanto per i 27 chili persi, ma per la frase che ci disse quando ci salutammo: “grazie per avermi dimostrato che si può dimagrire mangiando anche tutti i giorni da Mac Donald“.
C’è da precisare, infatti, che al momento di formulare la sua dieta metabolica, nel rispondere alla domanda del nostro questionario su quali fossero i suoi cibi preferiti, ci scrisse solo la parola “Mac Donald”, anche perché era anche il posto in cui andava a divertirsi con gli amici.
Ovviamente, poiché lo spirito della dieta metabolica è esattamente all’opposto della classica dieta, gli abbiamo “cucito addosso” un vestito griffato Mac Donald, dicendogli che poteva andarci quando voleva.
L’unica precauzione, ai fini di salvaguardare anche la salute, fu che gli consigliammo di non prendere le patatine.
Lui ci assicurò che ne avrebbe fatto volentieri a meno, visto che gli piacevano tutte le altre cose.
Nell’ottobre 2009 è venuta a studio una cugina del ragazzo, per iniziare anche lei un percorso di cura, e ci ha fatto molto piacere sapere che quel ragazzo pesa ancora 65 chili dopo 3 anni.

RICEVUTA TRAMITE: Casi Clinici
PATOLOGIA: Dieta Metabolica