Ragazza nata nel 1999, viene in prima vista il 30 luglio 2014, con una diagnosi di ipotiroidismo.
Le analisi portate in visione erano quelle del 20 giugno 2014 con un TSH a 7.20 (v.n. fino a 5.60), con anticorpi anti-TPO a 443 (v.n. fino a 9).
Altre analisi, fatte il giorno precedente, mostravano un TSH a 5.70 (v.n. fino a 5.60), oltre che anticorpi anti-TPO a 351 (v.n. fino a 9).
La famiglia della ragazza era preoccupata soprattutto per la tiroidite, in quanto gli anticorpi così alti lasciavano prevedere un rapido peggioramento dei valori tiroidei. Come sempre, rassicuriamo la paziente e i suoi familiari, ribadendo un concetto che ci sta molto a cuore, e cioè che saremmo stati facilmente in grado di “schermare” la tiroide dagli attacchi degli anticorpi, guarendo l’ipotiroidismo, NONOSTANTE GLI ANTICORPI POTESSERO RESTARE ANCORA ALTI, il che sarebbe coinciso anche con un netto miglioramento dello stato di salute della ragazza.
Rivediamo la giovane paziente il 15 ottobre 2014, e le analisi fatte il 9 ottobre ci danno immediatamente ragione, visto che il TSH si era dimezzato (2.80), e anche gli anticorpi erano scesi da 351 a 202.
Infine, rivediamo la ragazza il 26 gennaio 2015, con analisi perfette (TSH a 2.17 per v.n. fino a 4.20).